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    Pluralismo metodológico e interdisciplina : una propuesta para el estudio de las representaciones sociales en salud mental de estudiantes y docentes universitarios de la UNLaM

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    Problema y objetivo general: El paradigma transformador manifestado en la Ley Nacional de Salud Mental N° 26.657 rompe la pregnancia que tiene la enfermedad y tiene relación con la Salud Mental Colectiva por cuanto ésta refleja la estrategia esencial para la transformación cultural y organizativa del modelo tradicional del Sistema de Salud Mental. Sin embargo, esta transformación en las representaciones sociales acerca de la salud mental no es inmediata. Aún hoy, existen profesionales que desconocen la Ley e incluso reconocen que la misma no ha modificado en absoluto su práctica cotidiana. En el contexto universitario, surge la inquietud por conocer estas representaciones en el marco de la formación de futuros profesionales de la salud, en quienes se evidencia cómo expresan o resisten a modelos hegemónicos, ocasionando posibles efectos iatrogénicos y/o estigmatizantes al ser aplicadas al diagnóstico y/o tratamiento. Enfoque, método y fuentes de información: Nuestra línea de trabajo se corresponde con investigaciones etnoepidemiológicas que analizan los sistemas de signos, significados y símbolos en torno a las representaciones sociales. El estudio es de tipo descriptivo con enfoque cuali-cuantitativo. Dada la complejidad del mismo- su naturaleza, los resultados esperados como las modalidades de transferencia de resultados- se adopta como abordaje la triangulación de instrumentos (entrevistas en profundidad e instrumentos auto-administrados con preguntas cerradas). El universo corresponde a los estudiantes y docentes de las carreras de Enfermería, Kinesiología, Medicina y Nutrición del Departamento de Salud de la UNLaM. Consideramos que nuestra propuesta es adecuada para superar las dificultades metodológicas de la Teoría de las Representaciones Sociales señaladas por múltiples autores ya que se aproxima satisfactoriamente al pluralismo metodológico necesario para lograr un acercamiento riguroso al sistema representacional y su vínculo con las prácticas sociales.Fil: Frankel, Daniel Manfredo . Universidad Nacional de La Matanza.Fil: Ferrari, Mariela Angela. Universidad Nacional de La Matanza.Fil: Cordich, Virginia Noemí . Universidad Nacional de La Matanza.Fil: De León, María Victoria . Universidad Nacional de La Matanza.Fil: Fenez, Ludmila Eva Leonor . Universidad Nacional de La Matanza.Fil: Marín, José Antonio. Universidad Nacional de La Matanza.Fil: Molina, Sabrina Cecilia . Universidad Nacional de La Matanza.Fil: Moreira, Silvana Karina . Universidad Nacional de La Matanza.Fil: Osella, Natalia Paola . Universidad Nacional de La Matanza.Fil: Pereyra, Ailen Surai . Universidad Nacional de La Matanza.Fil: Pertusi, Dario Sebastián . Universidad Nacional de La Matanza

    APPARECCHIATURA E METODO PER SUGGERIRE POSIZIONE, MOVIMENTO, AZIONE, A GIOCATORI, SQUADRE, TEAM, ATLETI, SOLDATI, SINGOLE PERSONE O AD ALTRI UTENTI, MEDIANTE CONTROLLO REMOTO GESTITO DA ALLENATORI, TRAINER, MANAGER, CAPI SQUADRA, APPARATI, O DA ALTRI SUGGERITORI

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    La presente invenzione si riferisce a un’apparecchiatura, un sistema, un metodo utile a suggerire o indicare la postura, la posizione, il movimento, l’azione, a giocatori, atleti, squadre, personale delle forze armate, forze dell’ordine, della protezione civile, team di qualsivoglia natura fino alle singole persone (tutti qui indicati genericamente come “utenti”), da parte di allenatori, trainer, manager, capi squadra, istruttori, guide o sistemi automatici (qui indicati tutti genericamente come “suggeritori”). Suggerimenti ed indicazioni avvengono grazie a sistemi indossabili che integrano trasduttori, attuatori, dispositivi utili a sollecitare, con vibrazioni, pressioni, pungolature, o altro (qui definiti genericamente “stimolazioni”), una parte del corpo degli “utenti” grazie ad un controllo remoto, wired e/o wireless, gestito dai “suggeritori”. In funzione della parte del corpo degli “utenti” sottoposta a “stimolo” da remoto dai “suggeritori”, gli “utenti” hanno l’indicazione o suggerimento di quale posizione assumere, e/o quale movimento eseguire, e/o quale azione intraprendere, e/o verso quale posizione spostarsi e così via. I sistemi indossabili che integrano i dispositivi utili a fornire la “stimolazione” agli “utenti” possono eventualmente inglobare anche dispositivi utili alla localizzazione degli “utenti” nell’area o spazio di loro azione. In tal modo il “suggeritore” può avere riprodotta a video la situazione spaziale e posizionale di tutti gli “utenti” in modo che gli sia più facile individuare rapidamente i destinatari dei segnali che intende inviare

    Ruolo di selenio, rame e zinco nell’eziologia del melanoma: uno studio caso-controllo nella provincia di Modena

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    OBIETTIVI: Abbiamo condotto uno studio caso-controllo sul ruolo di tre elementi di interesse nutrizionale e tossicologico, selenio, rame e zinco, nell’eziologia del melanoma, nel contesto di un progetto di ricerca PRIN comprendente le università di Bari, Modena, Parma e Sassari. Quale indicatore di esposizione abbiamo utilizzato la concentrazione di tali elementi a livello ungueale.METODI: Abbiamo reclutato 26 pazienti affetti da melanoma presso la Clinica Dermatologica dell’Università di Modena e Reggio Emilia e 52 controlli, appaiati per sesso ed età, selezionaticasualmente tra i pazienti sottoposti ad interventi di cosiddetta ‘piccola chirurgia’ presso ilPoliclinico di Modena. Abbiamo quindi effettuato la determinazione dei livelli di selenio, rame e zinco nelle unghie dei piedi raccolte dai soggetti inclusi nello studio, previo lavaggio e digestioneacida in forno a microonde, mediante spettrofotometria di assorbimento atomico con fornetto di grafite per selenio e rame ed atomizzazione a fiamma per lo zinco. Abbiamo infine calcolato il rischio relativo di melanoma in associazione ai livelli espositivi agli elementi presi in esame utilizzando un modello di regressione logistica condizionale.RISULTATI: Non abbiamo osservato particolari differenze tra casi e controlli per quanto riguarda le concentrazioni di selenio, mentre in riferimento ai livelli di rame ed in particolare di zinco abbiamo riscontrato livelli lievemente inferiori nei controlli. Infatti, le concentrazioni medie di rame sono risultate pari a 4.30μg/g nei casi e 3.87μg/g nei controlli, mentre i corrispondenti valori per lo zinco sono risultati rispettivamente pari a 130μg/g e 114.1μg/g, confermando precedenti osservazioni.Abbiamo calcolato i rischi relativi di melanoma associati ad incrementi dei parametri espositivi considerati come valori continui (p-trend) o dicotomici (con cutoff pari alla mediana calcolata nei controlli). L’esposizione ai tre elementi in traccia presi in esame non è risultata associata al rischio di melanoma, ad eccezione dello zinco, per il quale il valore di p-trend è risultato pari a 0.032.CONCLUSIONI: I risultati ottenuti, pur tenendo conto delle limitate dimensioni del campione in esame, non indicano un coinvolgimento dell’assunzione di selenio e rame nell’eziologia di questa patologia, mentre per quanto riguarda l’esposizione a zinco il dato necessita di ulteriori approfondimenti che rafforzino tali osservazioni

    Ruolo di selenio, rame e zinco nell’eziologia del melanoma: uno studio caso-controllo nella provincia di Modena

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    OBIETTIVI: Abbiamo condotto uno studio caso-controllo sul ruolo di tre elementi di interesse nutrizionale e tossicologico, selenio, rame e zinco, nell’eziologia del melanoma, nel contesto di un progetto di ricerca PRIN comprendente le università di Bari, Modena, Parma e Sassari. Quale indicatore di esposizione abbiamo utilizzato la concentrazione di tali elementi a livello ungueale.METODI: Abbiamo reclutato 26 pazienti affetti da melanoma presso la Clinica Dermatologica dell’Università di Modena e Reggio Emilia e 52 controlli, appaiati per sesso ed età, selezionaticasualmente tra i pazienti sottoposti ad interventi di cosiddetta ‘piccola chirurgia’ presso ilPoliclinico di Modena. Abbiamo quindi effettuato la determinazione dei livelli di selenio, rame e zinco nelle unghie dei piedi raccolte dai soggetti inclusi nello studio, previo lavaggio e digestioneacida in forno a microonde, mediante spettrofotometria di assorbimento atomico con fornetto di grafite per selenio e rame ed atomizzazione a fiamma per lo zinco. Abbiamo infine calcolato il rischio relativo di melanoma in associazione ai livelli espositivi agli elementi presi in esame utilizzando un modello di regressione logistica condizionale.RISULTATI: Non abbiamo osservato particolari differenze tra casi e controlli per quanto riguarda le concentrazioni di selenio, mentre in riferimento ai livelli di rame ed in particolare di zinco abbiamo riscontrato livelli lievemente inferiori nei controlli. Infatti, le concentrazioni medie di rame sono risultate pari a 4.30μg/g nei casi e 3.87μg/g nei controlli, mentre i corrispondenti valori per lo zinco sono risultati rispettivamente pari a 130μg/g e 114.1μg/g, confermando precedenti osservazioni.Abbiamo calcolato i rischi relativi di melanoma associati ad incrementi dei parametri espositivi considerati come valori continui (p-trend) o dicotomici (con cutoff pari alla mediana calcolata nei controlli). L’esposizione ai tre elementi in traccia presi in esame non è risultata associata al rischio di melanoma, ad eccezione dello zinco, per il quale il valore di p-trend è risultato pari a 0.032.CONCLUSIONI: I risultati ottenuti, pur tenendo conto delle limitate dimensioni del campione in esame, non indicano un coinvolgimento dell’assunzione di selenio e rame nell’eziologia di questa patologia, mentre per quanto riguarda l’esposizione a zinco il dato necessita di ulteriori approfondimenti che rafforzino tali osservazioni

    Esposizione a cadmio,selenio,rame e zinco nella popolazione emiliana e pugliese

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    Introduzione Poche informazioni sono attualmente disponibili sulla esposizione cronica ad elementi in traccia di interesse nutrizionale e tossicologico nella popolazione italiana e sui fattori che influenzano tale esposizione. Abbiamo condotto uno studio su tale problematica in soggetti residenti in due diverse province italiane.Metodologia Abbiamo reclutato 126 soggetti su base volontaria, scelti tra i residenti nelle province di Bari e di Modena che si sono recati ai Policlinici locali nel primo semestre del 2004, per sottoporsi a visite ambulatoriali od interventi di piccola chirurgia (asportazione di cisti, medicazione post-intervento, visite proctologiche). Tra questi, 104 residenti nella provincia di Modena (65 maschi e 39 femmine) e 22 della provincia di Bari tutti di sesso maschile. Abbiamo raccolto da tali soggetti i dati relativi a peso, altezza, abitudine tabagica ed un campione di unghie dei piedi al fine di determinare le concentrazioni di Cd, Se, Cu e Zn. Le determinazioni sono state effettuate, previa digestione acida del campione, mediante spettrofotometria di assorbimento atomico a fornetto di grafite (Cd, Se, Cu) ed a fiamma (Zn). Per ottimizzare le procedure analitiche abbiamo utilizzato i campioni di riferimento della matrice biologica pi\uf9 simili alle unghie, owero campioni certificati di capelli umani CRM 397 e GBW 09101. L'analisi dei dati \ue8 stata condotta utilizzando il software statistico Stata (versione 9.1), mediante procedure parametri che e non-parametriche per la comparazione delle medie e l'analisi delle associazioni.Risultati Confrontando le concentrazioni osservate nei maschi modenesi e in quelli baresi, i livelli di Se sono risultati lievemente pi\uf9 elevati nella popolazione pugliese (0.582 ug/g vs. i 0.490 ug/g dei soggetti emiliani; p=0.02) mentre non abbiamo osservato differenze per quanto riguarda le concentrazioni degli altri elementi in traccia. Paragonando le concentrazioni degli oligoelementi tra i due sessi nella popolazione modenese, abbiamo riscontrato, nei soggetti di sesso femminile, livelli pi\uf9 elevati di Zn (112.20 ug/g vs 121.5 ug/g; p=0.06) e di Cd (0.023 ug/g vs 0.064 ug/g; p=0.13), mentre le concentrazioni di Se e Cu non hanno evidenziato differenze di rilievo. In riferimento alle abitudini tabagiche, nel sesso maschile i fumatori hanno evidenziato minori livelli di Cd e maggior livelli di Zn e Cu rispetto ai non fumatori, mentre le concentrazioni di Se sono risultate simili. Sempre per quanto riguarda il Se, tuttavia, le concentrazioni determinate nei non-fumatori del campione barese sono risultate pi\uf9 elevate (0.608 vs 0.473 ug/g dei fumatori), come atteso, di quelle riscontrate nei fumatori della medesima popolazione. Il BMI e l'et\ue0 non sono risultati associati alle concentrazioni di oligoelementi sia nella popolazione complessiva presa in esame sia nei due sottogruppi identificati su base geografica, con l'unica eccezione dei livelli di Se, i quali sono risultati correlati inversamente all'et\ue0 nella casistica modenese e nel totale della casistica.Conclusioni La nostra indagine \ue8 caratterizzata dall'utilizzazione di un indicatore di esposizione particolarmente adeguato a riflettere l'esposizione a medio termine ad oligoelementi, le unghie, e nel contempo da una significativa limitazione sotto il profilo metodologico, la ridotta potenza statistica. La casistica da noi esaminata \ue8 infatti numericamente assai limitata, rendendo di conseguenza difficile l'evidenziazione di associazioni di limitata entit\ue0 ed un controllo adeguato dei fattori confondenti. Nelcomplesso, l'unico oligoelemento le cui concentrazioni sono risultate associate alla regione di residenza \ue8 risultato essere il Se, suggerendo livelli espositivi pi\uf9 elevati nelje regioni meridionali, con ogni probabilit\ue0 a causa di un maggiore apporto dietetico. Il consumo di tabacco \ue8 risultato associato, come atteso, a differenze nell'esposizione a Se, Cu e Zn, mentre pi\uf9 difficile \ue8 l'interpretazione dei dati relativi al Cd. Le diverse concentrazioni di elementi in traccia osservate nei due sessi potrebbero essere dovute ad un diverso apporto alimentare e/o ad una diversa esposizione per via extra-alimentare, anche se non possiamo escludere !'influenza di fattori metabolici ed ormonali. Stiamo attualmente analizzando la possibilit\ue0 che i livelli osservati abbiano determinato deficit od eccessi di esposizione agli oligoelementi presi in esame ed abbiano di conseguenza determinato modificazioni del rischio di alcune condizioni morbose

    Radical Notes: Archizoom Re-Viewed via Ivan Illich

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    In 1973, Andrea Branzi, founder of Archizoom, wrote a short review of Ivan Illich’s book Deschooling Society. The review constituted the fourth of 27 “Radical Notes” he published in the journal Casabella between 1972 and 1976. While this was the only one explicitly to adopt the review format, Illich’s presence permeates the Radical Notes as a whole. They can be read as a coherent pedagogical theory, the practical output of which was Global Tools, a counter-school promoted by Branzi and other members of the Italian Radical Movement. Branzi approached the review as an opportunity to re-view, to look again at the theses of Archizoom. His review thus sheds light on an important moment in the story of the Radicals, adding a pedagogical component to the political, Marxist roots of their critique of the nexus of city, labor and capitalism

    Changes in surgicaL behaviOrs dUring the CoviD-19 pandemic. The SICE CLOUD19 Study

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    BACKGROUND: The spread of the SARS-CoV2 virus, which causes COVID-19 disease, profoundly impacted the surgical community. Recommendations have been published to manage patients needing surgery during the COVID-19 pandemic. This survey, under the aegis of the Italian Society of Endoscopic Surgery, aims to analyze how Italian surgeons have changed their practice during the pandemic.METHODS: The authors designed an online survey that was circulated for completion to the Italian departments of general surgery registered in the Italian Ministry of Health database in December 2020. Questions were divided into three sections: hospital organization, screening policies, and safety profile of the surgical operation. The investigation periods were divided into the Italian pandemic phases I (March-May 2020), II (June-September 2020), and III (October-December 2020).RESULTS: Of 447 invited departments, 226 answered the survey. Most hospitals were treating both COVID-19-positive and -negative patients. The reduction in effective beds dedicated to surgical activity was significant, affecting 59% of the responding units. 12.4% of the respondents in phase I, 2.6% in phase II, and 7.7% in phase III reported that their surgical unit had been closed. 51.4%, 23.5%, and 47.8% of the respondents had at least one colleague reassigned to non-surgical COVID-19 activities during the three phases. There has been a reduction in elective (>200 procedures: 2.1%, 20.6% and 9.9% in the three phases, respectively) and emergency (<20 procedures: 43.3%, 27.1%, 36.5% in the three phases, respectively) surgical activity. The use of laparoscopy also had a setback in phase I (25.8% performed less than 20% of elective procedures through laparoscopy). 60.6% of the respondents used a smoke evacuation device during laparoscopy in phase I, 61.6% in phase II, and 64.2% in phase III. Almost all responders (82.8% vs. 93.2% vs. 92.7%) in each analyzed period did not modify or reduce the use of high-energy devices.CONCLUSION: This survey offers three faithful snapshots of how the surgical community has reacted to the COVID-19 pandemic during its three phases. The significant reduction in surgical activity indicates that better health policies and more evidence-based guidelines are needed to make up for lost time and surgery not performed during the pandemic
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